lunedì 28 maggio 2018

L'educazione nell'alto medioevo

L'educazione del cavaliere 

 La prima forma di educazione laica medioevale è l'educazione cavalleresca rivolta ai membri dell'aristocrazia non destinati alla carriera ecclesiastica. Tale formazione ha come scopo lo sviluppo di doti fisiche e abilità militari. Al futuro cavaliere vengono insegnati lealtà al proprio signore e fedeltà agli impegni assunti.Inoltre deve imparare a prendersi cura di deboli ed indifesi. Suo compito è anche la difesa della chiesa e della fede. La nomina a cavaliere diviene un vero e proprio rito, l'investitura.

 La formazione cavalleresca comincia presto:

a sette anni il ragazzo viene affidato come paggio ad un gentiluomo con cui impara a cavalcare e ad usare le armi;

a quattordici anni viene affidato come scudiero ad un altro castello dove impara l'arte della conversazione e la danza ed il canto;a ventun anni diviene cavaliere.
  

L'educazione nell'alto Medioevo

Scuole episcopali

 I monasteri si caratterizzano oltre che per essere luoghi di culto anche per essere centri di formazione dei futuri monaci, dove oltre alle pratiche di fede si apprendono anche lettura e scrittura. Con la riforma di Carlo Magno, gradualmente le scuole monastiche cominciano ad accogliere anche allievi che non intendono pronunciare i voti. Per evitare però il sovraffollamento viene poi vietato l'accesso a chi non vuole prendere i voti, ma alcuni monasteri incuranti dell'ordinanza continuano a far convivere le due scuole , per chierici e per laici. Presso le città più grandi nascono le scuole episcopali in cui è possibile accogliere anche i laici e nei piccoli centri lescuole parrocchiali per la formazione dei futuri sacerdoti.

In Oriente invece la chiesa ricopre un ruolo secondario nell'organizzazione degli studi che restano sotto il controllo diretto dello stato, fino al secolo XI quando la chiesa interviene nell'organizzazione degli studi superiori. Per paura che lo studio della filosofia possa indebolire la fede dei futuri prelati la chiesa istituisce le chiese patriarcali in cui è bandita la filosofia ritenuta pericolosa per la fede cristiana.

L'educazione nell'alto medioevo

Severino Boezio

Egli è convinto che nella difficile situazione dell'impero d'occidente sia necessario fare il possibile per tramandare la cultura dando importanza alle discipline scientifiche. Scrive perciò delle opere dedicate alle arti liberali con il progetto pedagogico di studiare il mondo da diversi punti di vista per cogliere in esso un ordine superiore che può essere dimostrato da ognuna di queste scienze: aritmetica,geometria,astronomia e musica, che colgono la perfezione di numero, spazio, corpi celesti e suoni. Vuole così spingere l'allievo a comprendere le regole che presiedono l'armonia del cosmo. Inoltre riprende in mano le opere di logica  di Aristotele facendo assumere con le sue opere un valore centrale nel medioevo alla dialettica. La dilettica si articola in tre fasi: 

studio della parola, del suono e del significato;studio del valore logico della parola;studio della proposizione come unione logica delle parole. In carcere scrive la sua ultima opera in cui immagina la filosofia come una vecchia donna che lo consola in un difficile momento della sua vita dimostrando il valoe della formazione classica, che può alleviare i mali dell'uomo anche nei momenti tragici dela vita.

L'educazione nell'alto medioevo

Il monachesimo occidentale

Dopo l'Editto di Costantino  che ha concesso a tutti i cittadini, qundi anche ai cristiani, di onorare le proprie divinità, e l'Editto di Tessalonica che ha proclamato il cristianesimo religione di Stato, la Chiesa assume un ruolo fondamentale nell'educazione dei giovani. Tra le le forme di valore pedagogico più profondo vi è il monachesimo.Inizialmente si tratta dell'esperienza di vita di eremiti, che si allontanano dalla vita mondana per vivere in solitudine una vita ascetica. Il fenomeno poi si organizza in comunità con regole di vita. In occidente il fenomeno si diffonde grazie  a Benedetto  da Norcia che fonda il monastero di Montecassino. Egli elabora una regola secondo la quale la vita del monaco deve essere caratterizzata dall'impegno quotidiano e dal lavoro manuale. Questo per sottrarre i monaci all'ozio che può essere fonte dei vizi. La vita del monastero si svolge in comunità dove ciascuno svolge una sua attività. Allavoro manuale i monaci alternano la preghiera (ora et labora) ed lavoro intellettuale che consiste nel copiare e revisionare testi sacri e classici sottratti alle devastazioni barbariche. In tal modo essi contribuiscono alla salvaguardia del patrimonio culturale dell'occidente, che altrimenti sarebbe andato perso. Nel monastero ci sono oltre ai monaci, anche i fratelli laici, che non hanno ricevuto gli ordini sacri, e gli oblati, cioè giovani che si preparano ad accoglieri i voti.Oltre alla regola viene attribuita a Benedetto anche la Regula magistri, in cui vengono chiariti principi pedagogici fondamentali per la formazione dei giovani che si accingono a frequentare la scuola monastica. Benedetto avverte i monaci  di essere attenti a ad insegnare oculata disciplina, ma anche moderazione, puntando più sulle ricompense che sulle punizioni.

L'educazione Cristiana

SANT'AGOSTINO

Agostino promuove una collaborazione tra ragione e fede ed afferma "credi per conoscere, conosci

per credere". La fede è il punto di partenza senza il quale non si può intraprendere il cammino della conoscenza, ma  poi è la conoscenza a consolidare la fede. Nella sua autobiografia, Confessioni, delinea la sua concezione di un insegnamento basato sulla curiosità e l'interesse dell'allievo. Agostino ritiene che il maestro, atraverso il linguaggio, non possa insegnare nulla se non a ricercare la verità in se stessi. Per Agostino, l'educazione è un processo in cui l'allievo è attivo protagonista e non passivo ricettore. La conoscenza deriva dall'illuminazione interiore proveniente da Dio. Nella formazione del cristiano la cultura pagana può essere importante, infatti nella formazione dell'oratore sacro, sono

fondamentali la cultura filosofica e l'approfondimento delle scritture. Tutte la discipline tradizionali diventano strumenti per leggere e comprendere la Bibbia. Dottrina pagana e cultura cristiana sono legati tra loro, come la vita intellettuale e quella spirituale sono unite da un legame arrichito da una piena comprensione della parola divina.

L'educazione cristiana

Cristianesimo ed educazione

Negli ultimi secoli dell'impero romano diviene importante il cristianesimo, cioè una religione con una visione nuova dell'uomo. Dopo le prime persecuzioni, acquista libertà di culto per poi divenire religione ufficiale dell'impero.Con lo sfacelo dell'impero romano, i monasteri sono isole di pace e centri di conservazione e trascrizione di opere del passato. Il cristianesimo ha una vocazione pedagogica, infatti Cristo è il maestro che predica la buona novella. Per farsi capire da tutti Cristo usa parabole che sono racconti didascalici che ricorrono ad esempi concreti.L'educazione è rivolta a tutti e il messagio cristiano è universale e attraverso un rinnovamento interiore, vuole codurre alla salvezza dell'anima.Il messaggio principale di Cristo si basa sull'amore per gli altri. Poichè la pratica dell'amore non è facile i cristiani si avvalgono di una guida che li conduce lungo il cammino del perfezionamento continuo. Il cristianesimo si trova però presto ad affrontare una doppia sfida: esterna a causa della società pagana che lo ritiene pericoloso per la stabilità dell'impero ed interna per la diversa interpretazione dello stesso messaggio cristiano.Inizialmente si educa al cristianesimo con due livelli formativi: uno per gli incipienti, cioè coloro che vengono preparati al battesimo per entrare nella comunità cristiana e l'altro per i competenti ai quali è riservata una preparazione più approfondita da parte del sacerdote. Per il cristianesimo la fede è preliminare alla conoscenza: può conoscere davvero chi possiede la fede. 


mercoledì 4 aprile 2018

L'educazione nell'antica Roma

CICERONE

Egli è stato determinante per l'ellenizzazione della cultura latina cercando di conciliare il mos maiorum con la cultura greca e fungendo da ponte anche in cAmpo educativo: con lui la paideia greca diviene la humanitas latina. Anche Cicerone ritiene che il benessere dello Stato dipenda dall'educazione ricevuta dal cittadino.Nella sua opera più importante, il De Oratore, egli esamina la retorica e l'oratoria i cui aspetti sono:

inventio ideazione di un'orazione;dispositio ordine degli argomenti;elocutio uso di un linguaggio ricco;memaria capacità di ricordare;actio esposizione dell'orazione